I CRISTIANI AVVERTONO LA FEDE.


Oggi vogliamo proporvi una lettera di una cristiana cattolica apostolica romana, rammaricata di come è stata ridotta la Chiesa di Cristo. Non aspettatevi discorsi teologici o infrazioni di questa modernità che ha portato ad evidenti eresie, ma assaporate la fede che accoglie il vuoto che si respira all'interno delle cerimonie sacre di questi tempi bui. 
"Sono una cristiana con tutti i suoi limiti e i suoi peccati, ma credente e convinta che senza il ritorno di veri sacerdoti, nessuno su questo pianeta potrà salvarsi.
Ieri giorno di domenica, terza di avvento, sono stata in una chiesa che architettonicamente era bellissima. Una vecchia Chiesa con affreschi e statue che inneggiavano alla lode a Dio e alla Madonna.  Discretamente preparata con decorazioni e fiori inerenti al Santo Natale. Le candele dell'avvento sono state accese da una fedele che sedeva nei primi banchi della navata centrale, attimi prima che cominciasse la celebrazione. Pochi i fedeli che partecipavano per lo più anziani. Il sacerdote, quarantacinque è stato il vero problema. Ha recitato una parte da mediocre attore. Vestito secondo la tradizione, in realtà non ha cambiato niente se non l'atto di consacrazione, non nelle parole ma solamente nei gesti; il Padre Nostro è stato recitato correttamente, come l'omelia è stata strutturata sulla spiegazione del vangelo del giorno, anche se evidentemente letta da un foglio preparato in precedenza. Alla comunione quasi tutti rigorosamente in fila a prendere il Corpo di Cristo nelle mani. Ma allora mi direte dov'è sta il problema????
Non ho sentito la presenza di Dio, ma tanto freddo, un freddo glaciale che entra nella carne e ferisce più delle lame di un coltello. Ho sentito la mancanza di fede, che ha lasciato il posto al dovere. Il dovere di un sacerdote obbligato a fare la celebrazione, il dovere di un discepolo che è obbligato ad osservare un comandamento. La tristezza mi ha avvolto nel vedere questi atti meccanici di un prete giovane che invece di ispirare il fedele e accogliere l'anima per sanarla, la riempie di gesti senza trasmettere il Credo.  E poi la consacrazione, detta nelle sue formule corrette, ma lasciata al caso di una mano che si alza al cielo, prima con l'Ostia e poi con il calice, anche questa volta per dovere. La passione, per questo gesto dettato da nostro Signore Gesù Cristo, ridotta ad un atto di ubbidienza. Il Credo di una transustanziazione che muore, sotto il peso di una vita consacrata senza vocazione.  Tutti questi fedeli che non vedono e non sentono la mancanza di Dio, che si avvicinano al banchetto  con le mani e prendono l'ostia come fosse un pezzo di pane, senza la giusta riverenza, convinti di essere salvi, sono un altro momento di sofferenza per un cuore che sente e vede la superficialità di un gregge perso e abbandonato a se stesso.
Mi sono detta che la desolazione sta arrivando montata su di un destriero velocissimo, Satana ha lavorato bene, perché il popolo di Cristo si stanchi e giustificandosi con la scusa di una Messa priva d'identità, cominci a non frequentare più queste cerimonie. Sarebbe normale allontanarsi da una simile pochezza, ma l'inganno non deve prevalere sul comando del Signore. Anche in sofferenza il cristiano deve partecipare all'Eucarestia, finché quest'ultima non diventi ecumenica.
La mia preghiera allora è salita al cielo e ha chiesto a Dio Padre di perdonare tutti i partecipanti, perché non hanno saputo vedere oltre.   
Sono convinta che la preghiera deve sempre continuare anche nei momenti di buio, Madre Teresa di Calcutta, per anni, ha sofferto perché non sentiva la presenza di Dio, ma per questo non Lo ha abbandonato. Ha perseverato, ha convertito e aiutato tantissime persone.
Rimanete nelle chiese, anche se queste sono vuote e povere della presenza divina, se saprete sentite la mancanza di Dio, saprete anche cosa significhi la Fede in Dio. Dio vive attraverso i suoi fedeli, la Sua luce dona vita  a chi la riconosce.
A tutti i sacerdoti mi sento di dire di ritornare a Dio, non per dovere, ma per vocazione. A quelli che non sono andati a consacrarsi per vocazione, ma solo per mestiere, scongiuro di fare una lunga riflessione e di ammettere l'errore. Il gravoso compito dei prelati è convertire  le anime, sanarle attraverso la confessione, vivere della luce divina, allontanandosi dalla luce effimera del mondo. Solo attraverso i pastori il popolo di Dio può salvarsi, per questo Dio Padre non lascerà il Suo gregge abbandonato a se stesso, ma darà i giusti consacrati. Non saranno molti, ma saranno i giusti che aiuteranno chi veramente crederà fino alla fine dei tempi, quando Dio Figlio ritornerà per il Giudizio Universale." 

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