IL CARNEVALE E IL CRISTIANO.
Le origini del carnevale non sono da cercare nella religione cristiana come molti pensano.
Le religioni dette “misteriche” provenienti dall'Oriente, si sono diffuse, all'epoca dell'Impero Romano, anche in Occidente, portando con sé anche queste festività carnevalesche.
Queste feste popolari potevano verificarsi il 25 dicembre, giorno in cui i pagani celebravano Mitra – o Sole Invicto, il 1° gennaio, inizio dell'anno nuovo e in altre date come il 6 gennaio, comunque erano feste religiose all'interno della concezione pagana e della mitologia.
Quando è nato il cristianesimo queste feste pagane, con pratiche superstiziose, erano già in uso e per osteggiarle, i missionari cristiani, hanno cercato di sostituirle con altre cristiane. Il 25 dicembre è ricordato il Natale, il 6 gennaio l'Epifania del Signore, il 2 febbraio la Purificazione di Maria con la Festa della Candelora.
Alla fine, queste attività pagane del Carnevale sono rimaste confinate solo ai tre giorni che precedono il Mercoledì delle Ceneri, anche se la Chiesa ha sempre cercato di incentivare i ritiri spirituali e l'Adorazione delle Quarant'ore nei giorni prima del Mercoledì delle Ceneri.
Nostro Signore Gesù Cristo a Maria Valtorta rivelò che Egli provava un grande e tremendo dolore nel Suo Sacro Cuore in occasione di feste carnevalesche e mascherate come hallowen e il carnevale stesso, frutto di riti che hanno radice nel paganesimo, nell’occultismo e nel paranormale, che erano pratiche demoniache e che percio’ si traducevano in veri osanna a forze del male.
Stando così le cose è evidente che i Figli di Dio non possono festeggiare il carnevale, perché festa infruttuosa delle tenebre, dove i Figli della Luce non devono partecipare.
Infatti nella Bibbia troviamo scritto: “Non siate dunque loro compagni; perché già eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore… E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; anzi, piuttosto riprendetele..” (Efesini 5:7-8,11). Le opere infruttuose sono tutte quelle che non portano frutto alla Gloria di Dio.
Gli usi e i costumi del carnevale ci corrompono, i vari travestimenti, per esempio gli uomini che si vestono da donna e viceversa, portano a sovvertire l'ordine naturale e morale stabilito da Dio, e anche questo è condannato dalle Sacre Scritture, che dicono: “La donna non si vestirà da uomo, né l’uomo si vestirà da donna; poiché chiunque fa tali cose è in abominio all’Eterno, il tuo Dio” (Deuteronomio 22:5).
Inoltre il carnevale esalta l’ambiguità e la finzione, tutte cose che come credenti non possiamo accettare. Noi siamo chiamati ad essere veri e non menzionieri. Infatti il giusto odia la menzogna (Proverbi 13:5), anche quella, detta solo per scherzare, in quanto è scritto: “Come un pazzo che avventa tizzoni, frecce e morte, così è colui che inganna il prossimo, e dice: ‘Ho fatto per ridere!’ (Proverbi 26:18-19).
Teniamo presente che a carnevale è esaltata la volgarità e la satira contro le autorità stabilite da Dio, precetti che i figli della Luce sono chiamati a fuggire. Noi infatti siamo chiamati ad avere un linguaggio condito con sale (Colossesi 4:6), un portamento onorevole e santo (1 Pietro 1:15) e a onorare le autorità (Romani 13:1-7).
Ultimo, ma non per questo meno importante, il carnevale esalta la dissolutezza, cioè le gozzoviglie e le ebbrezze, che sono anch’esse delle opere della carne da eliminare (Romani 13:13).
Ecco perché ci dobbiamo astenere dal partecipare al Carnevale in ogni sua forma e manifestazione.
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