SEMPRE PIÙ VICINI A DON ALESSANDRO MARIA MINUTELLA.
Qui sotto vi proponiamo una eccezionale risposta data all'Italia, da Radio Domina Nostra, che noi condividiamo in tutto e per tutto. La diffamazione di un Santo Sacerdote, per noi vera Luce di Dio, sarà ben punita a tempo debito. Leggete con molta attenzione perché risponde a tutti quei dubbi che Le Iene, di nome e di fatto, hanno lasciato ai telespettatori.
RISPOSTE AGLI INTERROGATIVI A RIGUARDO DI DON MINUTELLA DOPO L’INCURSIONE DELLE “IENE” (articolo lungo, ma fondamentale!)
Se quella che chiamiamo falsa Chiesa ha avuto bisogno delle “Iene” per screditare don Minutella, ritenuto a ragione il prete più “pericoloso”, perché l’unico che ha detto le cose con chiarezza, vuol dire che questa stessa falsa Chiesa, che crede di potersi nascondere, in realtà svela fino in fondo se stessa, come “multinazionale della menzogna e prostituta indegna” (parole di don Minutella).
Purtroppo per loro, siccome il diavolo fa le pentole ma scorda i coperchi, il servizio mandato in onda dalle Iene, piuttosto che screditare e infangare don Minutella, ha invece confermato i capi d’accusa nei confronti dell’attuale impostura dottrinale e pastorale, da lui profeticamente e coraggiosamente denunciati. C’è chi oggi dice che sarebbe stato meglio essere più prudente. Ma don Minutella ha fatto quanto il cielo ha voluto: svelare le occulte trame della falsa Chiesa che, oggi, si vendica per mezzo degli alleati del mondo. Quanto egli aveva preannunciato si sta letteralmente realizzando! E lui è stato là, con la corona del rosario tra le mani, serenamente pronto a subire le ritorsioni della “bestia nera”. Sebbene associato, nel desolante panorama del programma televisivo, a uomini corrotti, a scenari di crimine e di cronaca ampia, e dunque aggregato al corteo dei delinquenti, don Minutella è rimasto incredibilmente calmo e seraficamente sereno. Sa infatti che questa aggregazione, che lui ha definito falsa Chiesa, è vendicativa e disonesta.
In undici minuti, attraverso un’ignobile e inqualificabile carrellata di falsità e bugie, ad appena solo cinque mesi dalla precedente incursione (giocata a telecamere nascoste), don Minutella viene presentato come un impostore, un clown del sacro, un plagiatore di coscienze, un imbonitore diabolico. Il silenzio totale da parte del vescovo di Palermo, come della gerarchia, dimostra che i sospetti sono fondati.
Proviamo a dare di seguito ragione delle questioni indotte dall’ignobile servizio.
1) Le locuzioni: con immagini vecchie, pescate da chissà chi, viene riproposto il carisma che Dio ha voluto donare a don Minutella. Il vescovo di Monreale ha bollato come fuorvianti e ingannevoli tali locuzioni, senza tuttavia aver mai ascoltato don Minutella, e senza aver mai risposto alle lettere che quest’ultimo gli ha inviato per chiarire. Don Minutella ha avuto e ha tuttora locuzioni, e diverse di queste si sono realizzate. Di seguito, anche il vescovo di Palermo, anche qui, senza previa indagine canonica, ha confermato la condanna. Non c’è stato, dunque, alcun processo né indagine canonica. Lasciando da parte l’autenticità o meno delle locuzioni (ma qui, per inciso, si vuol ricordare che don Minutella è due volte Dottore in Teologia, e che è Parroco di una delle più popolose parrocchie della città, e dunque ha accettato di porsi al servizio del carisma, anche quando ha comportato diffamazione e oltraggio), ciò che bisogna dire è che da quel momento egli ha obbedito e, quindi, NON NE HA MAI PARLATO, NEI SUOI MOLTEPLICI INTERVENTI NEI SOCIAL NETWORKS, interventi che stanno all’origine della vera persecuzione nei suoi confronti. Come mai le “Iene” ripropongono la questione? A che cosa è giovato se non a provare a ridicolizzare don Minutella? Non è un reato avere locuzioni, in qualunque modo si manifestino, specie quando il loro contenuto non è in dissonanza con la sana dottrina cattolica, e tuttavia don Minutella ci ha rivelato di aver voluto lui stesso contattare due volte un Esorcista e persino di essere stato presso un Cardinale, e ha sempre avuto conferma che il dono viene dal cielo. Eppure egli ne ha taciuto, almeno finora, visto che, nonostante l’obbedienza, viene così ingiustamente denigrato. Agli occhi degli italiani che, la sera, vogliono rilassarsi davanti alla tv, era necessario che don Minutella passasse per un matto.
2) LE SUORE: Il servizio ha poi sviluppato un’indecorosa messinscena a riguardo del gruppo che segue il carisma del don. Così è andata in onda l’impietosa telefonata col papà di una delle ragazze, l’intervista alla novantenne suor Salvina di Cinisi (che ieri ha confermato di non averci capito nulla e di essere rammaricata!), l’ignobile infiltrazione di una povera disgraziata che si spaccia per “giornalista”, e così via. Pensare che l’Italia vada dietro a tali impalcature diaboliche, fa veramente riflettere. Questa giornalista è stata capace di andare alla porta di casa di don Minutella, bussando con la mano ripetutamente, e implorando di entrare a casa sua, perché – diceva – aveva bisogno di una benedizione! In ogni caso: la vestizione di tali ragazze era autorizzata dal vescovo di Monreale, con una manovra indegna del vangelo; infatti, la lettera di richiesta della vestizione, consegnata nelle mani del Vicario Generale della Diocesi, mons. Dolce, è poi scomparsa del tutto. Ora, siccome non era pervenuto alcun ostacolo, don Minutella ha proceduto alla vestizione. Salvo poi dover ancora una volta vedersi raggiunto da ingiuste sanzioni canoniche, e nonostante questo, egli ha nuovamente OBBEDITO, chiedendo alle ragazze di togliere l’abito, pur sapendo quale trauma ciò comportava. A riprova dell’obbedienza, nell’ultimo video delle Iene, le ragazze sono vestite con abiti secolari e dignitosi. Nelle Regole scritte da don Minutella, fatte pervenire per tempo brevi manu al vescovo di Monreale, è prevista la vestizione dopo un anno secondo la legittimazione canonica della cosiddetta regola interna. Il vescovo non ha mai obiettato nulla, neppure al padre spirituale di quel momento di don Minutella, il padre francescano fra Umile, che di persona è andato dal vescovo di Monreale a sostenere la causa del progetto. Il papà che piange al telefono era presente alla vestizione della figlia. Su dieci ragazze maggiorenni e laureate, soltanto due non vengono sostenute nella scelta. La storia dei genitori che piangono è stomachevole; nel video – testimonianza delle ragazze erano presenti due mamme. A parte il fatto che nel corso dei secoli, tante volte per seguire il Signore, è stato necessario lasciare padre e madre (ci pare che lo dica Gesù stesso, ammesso anche il fatto che però non c’era il registratore!), comunque, la storia che don Minutella le tiene segregate e vieta loro di andare a vedere i genitori è degna del tenore di qualità delle Iene. Santa Teresa di Calcutta impediva per esempio alle sue novizie ogni contatto con le famiglie! Forse, in India, avrà subito un’incursione degli elefanti, anziché delle iene (magari viveva in Australia, attenzione ai canguri saltellanti!). A noi tocca quella delle Iene… peraltro neanche belle (la giornalista, grazie a Dio e per fortuna di don Minutella, è talmente brutta da poter sfilare per Miss Disgrazia). Da san Francesco d’Assisi (impedito da papà Pietro di Bernardone) a san Tommaso d’Aquino (la cui mamma gli spedì in camera una giovane prostituta per fargli cambiare idea!), da sant’Alfonso de’ Liguori (il cui papà fu di tormento perché lo voleva morto piuttosto che prete) a santa Chiara (che fugge di notte dalla casa paterna), da santa Giovanna di Chantal (che passò sul corpo del figlioletto per seguire il carisma di san Francesco di Sales) a san Luigi da Monfort (che scrisse una lettera al papà dicendogli di considerarlo morto, visto che insisteva per averlo avvocato), il corteo di santi e sante che hanno seguito Cristo, dovendo conoscere il contrasto dei genitori, è ampio e documentato. Ma ai loro tempi non c’erano le Iene, buon per loro!
3) Di fronte al silenzio imbarazzante del misericordioso vescovo di Palermo, evidentemente intento a cercare una soluzione al vergognoso “affare” del vescovo ausiliare e, forse, anche a correre in bici dentro le più belle cattedrali d’Italia (sempre che non disturbi i banchetti festosi dei misteriosi poveri invitati), mentre la falsa Chiesa prosegue nel suo insolente percorso di revisione eretica della dottrina, a fronte di simili vigliacche incursioni ai danni di don Minutella, ci chiediamo se non ci sia una regia occulta per tentare un’eliminazione più disonesta di quella fisica, in quanto morale (che, nel caso di un sacerdote pio, è più di un’esecuzione capitale). Perché il vescovo di Palermo non convoca ora i fedeli in Cattedrale, per proteggere e tutelare la dignità di quello che, fino a prova contraria, è un suo figlio sacerdote? Come ha fatto presto invece a riempire la Cattedrale per chiedere l’unità della Chiesa mesi fa! Il silenzio assordante di Lorefice è conferma che quel raduno era contro Minutella.
4)Ed allora, stupiti dal sorriso evangelico del nostro amato don Alessandro, vogliamo sinceramente dirgli: torni in campo caro padre! Torni a tuonare adesso! Ciò che è fatto con logica di sopraffazione si ritorce contro. Abbiamo bisogno di lei, che sta pagando più di tutti, simbolo della resistenza cattolica di fronte al gigante dai piedi di argilla. Più la vediamo trattato come pazzo e fuori di testa, più le vediamo in mano il vessillo della resistenza mariana. Coraggio, non obbedisca più a coloro che palesemente sono in mano al demonio. Ci aiuti, la attendiamo. E a proposito, lei saprà che nelle savane africane, quando il leone ruggisce, le iene fuggono… Coraggio leone di Maria, l’ora è scoccata! Vorremmo, sotto lo sguardo della Santa Vergine, ripetere ora più che mai: Addio falsa Chiesa!
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