La Chiesa è santa ed immacolata, senza ruga e senza macchia. S. Paolo (Ef 5, 27).

S. Ambrogio dice che la Chiesa è "ex maculatis immaculata", cioè è senza macchia pur essendo composta di membri macchiati.
Queste macchie sono i peccati che interessano tutti, dall'ultimo laico fino al Papa stesso. Attraverso le parabole, della zizzania in mezzo al grano (Mt 13, 24-30) e della rete che raccoglie pesci buoni e pesci cattivi (Mt 13, 47-50), Gesù ci vuole insegnare che nella Chiesa vivono insieme buoni e cattivi. La divisione tra di loro averà nel giorno del Giudizio Universale e solo allora. 
Ma Gesù dà anche precise istruzioni, perché si correggano i fratelli che sbagliano, se poi questi non vorranno ascoltare, allora siano considerati come pagani (Mt 18, 15-17).
Nella Prima Lettera ai Corinzi, Paolo, esorta i fratelli ad essere uniti nel nome di nostro Signore Gesù Cristo, perché non si creino divisioni, ma si collabori in perfetta armonia (1Cor. 1,10-11). Ora come già affermato in un precedente articolo, vogliamo sottolineare nuovamente l'ambiguità con cui il Vescovo di Roma affronta i temi importanti della nostra Dottrina. Adotta un linguaggio che non essendo: "Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno" (Mt 5,37), crea volutamente divisione, andando contro i Vangeli di Gesù Cristo.
Il Papa uomo e perciò peccatore, coesiste con l'infallibilità del suo Magistero; basta leggere i Vangeli per rendersene conto. Pensiamo anche a ciò che avvenne presso Cesarea di Filippo: «Gesù disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l 'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa"» (Mt 16,16-18). Ma Pietro, pur avendo confessato la verità, rinnegò Gesù per tre volte (Lc 22, 34) e, malgrado questo gravissimo peccato, sarà da Gesù riconfermato capo della Chiesa (Gv 21,15). 
Nel Papa l'infallibilità dottrinale non significa necessariamente infallibilità comportamentale. 
Possiamo affermare, che il Vescovo di Roma, con il suo comportamento di fatti e di parole, non può più essere considerato fratello in Cristo, ma si deve convertire!
Un altro punto da non sottovalutare è la "papolatria", ovvero mettere il Papa al posto di Cristo. Ed è quello che i cristiani tiepidi e freddi, stanno facendo!! La perfezione e l'infallibilità che lo portano a divinizzarlo, è peccato, e lo sottolineammo, perché solo Dio si può Divinizzare, al limite il Papa si può venerare. 
Va comunque detto che per venerare il Papa, lo si deve conoscere bene, ascoltare ciò che dice e osservare ciò che fa, perché lui non è uomo-Dio come Gesù, ma è segnato dal peccato originale e al momento della sua elezione non è confermato in Grazia, poiché la stessa viene acquistata mediante il suo Magistero. 

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