L'INFERNO IL PURGATORIO E IL PARADISO  rivelato da Gesù a Maria Valtorta.

Gesù dice: "Tutti gli aiuti può dare Lucifero ai suoi prediletti, ai suoi fedeli, ai suoi schiavi, ma non l’immunità dalla Morte perché solo Io sono Vita e solo Io ho vinto la Morte.
Le anime, scisse dai corpi, hanno tre dimore e le avranno sinché non ne rimarranno che due, dopo il Giudizio che non errerà. 
I beati gioiscono immediatamente dell’eterno riposo;
i penanti attivamente compiono la loro espiazione pensando all’ora della liberazione in Dio;
dannati si agitano nel rovello del bene perduto. No, che tanto meno trovano riposo nella loro terribile tortura, quanto più empi sono stati.
Gli uomini di questo tempo non credono più all’esistenza dell’inferno, si sono congegnati un al di là a loro gusto e tale da essere meno terrorizzante alla loro coscienza meritevole di molto castigo." Satana sa bene che se i suoi servi realmente credessero all'inferno, retrerebbero di fronte a certi misfatti, perciò li convince della non esistenza di questo tremendo posto. Il diavolo "spinge questa sua opinione sino a credere sacrilegamente, che il più grande di tutti i peccatori dell’umanità, il figlio diletto di Satana, colui che era ladro, com’è detto nel Vangelo, che era concupiscente e ansioso di gloria umana, come dico Io, l’Iscariota, che per fame della triplice concupiscenza si è fatto mercante del Figlio di Dio, e per trenta monete e col segno di un bacio – un valore monetario irrisorio e un valore affettivo infinito – mi ha messo nelle mani dei carnefici, possa redimersi e giungere a Me passando per fasi successive. No. Se egli fu il sacrilego per eccellenza, Io non lo sono. Se egli fu quello che sparse con sprezzo il mio Sangue, Io non lo sono. Perdonare a Giuda sarebbe sacrilegio alla mia divinità da lui tradita, sarebbe ingiustizia verso tutti gli altri uomini, sempre meno colpevoli di lui e che pure sono puniti per i loro peccati, sarebbe sprezzo al mio Sangue, sarebbe infine venire meno alle mie leggi. Ho detto, Io Dio Uno e Trino, che ciò che è destinato all’Inferno dura in esso per l’eternità, perché da quella morte non si esce a nuova risurrezione. Ho detto che quel fuoco è eterno e che in esso saranno accolti tutti gli operatori di scandali e d’iniquità."

PERCIÒ CREDETE ALL'INFERNO E DIVULGATE CHE E' VOLONTÀ DI SATANA IL FARCI CREDERE CHE NON ESISTE!!!!!

Gesù parlando del purgatorio dice: "le anime immerse in quelle fiamme non soffrono che per l’amore. E’ una breve, anticipata beatitudine, che le fa certe della loro salvezza e le fa cognite di cosa sarà la loro eternità ed esperte di ciò che commisero verso la loro anima, defraudandola di anni di beata possessione di Dio. Immerse poi nel luogo di purgazione, sono investite dalle fiamme espiatrici. Come si ripara, anche sulla terra, una colpa? Espiandola e, se appena si può, attraverso il mezzo con cui si è commessa. (…)
E’ amando sulla terra che lavorate per il Cielo. E’ amando nel Purgatorio che conquistate il Cielo che in vita non avete saputo meritare. E’ amando in Paradiso che godete il cielo. Quando un’anima è nel Purgatorio, non fa che amare, riflettere, pentirsi alla luce dell’Amore che per lei ha acceso quelle fiamme, che già sono Dio, ma le nascondono Dio per sua punizione. Ecco il tormento. L’anima ricorda la visione di Dio avuta nel giudizio particolare. Si porta con se quel ricordo e, poiché l’avere anche solo intravisto Iddio è gaudio che supera ogni creata cosa, l’anima è ansiosa di rigodere quel gaudio. Quel ricordo di Dio e quel raggio di luce che l’ha investita al suo comparire davanti a Dio, fanno sì che l’anima “veda” nella loro vera entità le mancanze commesse contro il suo Bene, e questo “vedere” costituisce, insieme al pensiero che per quelle mancanze si è volontariamente interdetto il possesso del Cielo e l’unione con Dio per anni e secoli, costituisce la sua pena purgativa." 


AMANDO DIO CON TUTTE LE FORZE, SOPRA OGNI COSA, E AMANDO IL PROSSIMO COME NOI STESSI, SI COMMETTONO POCHI PECCATI.



Maria Valtorta vedendo il Paradiso: "vidi Dio Padre: Splendore nello splendore del Paradiso. Linee di luce splendidissima, candidissima, incandescente.... se io lo potevo distinguere in quella marea di luce, quale doveva esser la sua Luce che, pur circondata da tant'altra, la annullava facendola come un'ombra di riflesso rispetto al suo splendere? Spirito... Oh! come si vede che è spirito! è Tutto. Tutto tanto è perfetto.
Di fronte al Padre Iddio era Dio Figlio. Nella veste del suo Corpo glorificato su cui splendeva l'abito regale che ne copriva le Membra Ss. senza celarne la bellezza super indescrivibile. Maestà e Bontà si fondevano a questa sua Bellezza. I carbonchi delle sue cinque Piaghe saettavano cinque spade di luce su tutto il Paradiso e aumentavano lo splendore di questo e della sua Persona glorificata.
Non aveva aureola o corona di sorta. Ma tutto il suo Corpo emanava luce, quella luce speciale dei corpi spiritualizzati che in Lui e nella Madre è intensissima e si sprigiona dalla Carne che è carne, ma non è opaca come la nostra. Carne che è luce. Questa luce si condensa ancor di più intorno al suo Capo. Non ad aureola, ripeto, ma da tutto il suo Capo. Il sorriso era luce e luce lo sguardo, luce trapanava dalla sua bellissima Fronte, senza ferite. Ma pareva che, là dove le spine un tempo avevano tratto sangue e dato dolore, ora trasudasse più viva luminosità.
Un poco più in basso di Lui, ma di ben poco, quanto può esserlo un comune gradino di scala, era la Ss. Vergine. Bella come lo è in Cielo, ossia con la sua perfetta bellezza umana glorificata a bellezza celeste.
Piena di venerazione guardava il Padre. Non diceva parola. Ma tutto il suo sguardo era voce di adorazione e preghiera e canto. Non era in ginocchio. Ma il suo sguardo la faceva più prostrata che nella più profonda genuflessione, tanto era adorante. Ella diceva: "Sanctus!", diceva: "Adoro Te!" unicamente col suo sguardo.
Guardava il suo Gesù piena di amore. Non diceva parola. Ma tutto il suo sguardo era carezza. Ma ogni carezza di quel suo occhio soave diceva: "Ti amo!". Non era seduta. Non toccava il Figlio. Ma il suo sguardo lo riceveva come se Egli le fosse in grembo circondato da quelle sue materne braccia come e più che nell'Infanzia e nella Morte. Ella diceva: "Figlio mio!", "Gioia mia!", "Mio amore!" unicamente col suo sguardo.


NON SI PUÒ IMMAGINARE L'AMORE CHE SI RESPIRA IN PARADISO, MA SI PUO' PREPARARSI IN QUESTA VITA SEGUENDO LA VIA STRETTA CHE CI HA INDICATO GESU', SENZA COMPROMESSI O MODERNISMI. 

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